Andare all’origine del gesto in uno stato d’ascolto in cui il corpo intero si
rilassa in un’attenzione profonda. Questa forma di “genesi del gesto” esplora
l’origine della danza cercando di cogliere con raffinatezza l’istante che fa
nascere una coreografia. Lo scopo non è lo spettacolo, ma la costante
interazione con una forma di creazione silenziosa, spontanea, profonda. Lo
spettacolo è il corpo stesso, neutro, aperto, disteso. Non è una ginnastica,
piuttosto una forma di ascolto che mette in movimento la parte intatta di se
stessi, che riconnette con il centro da cui da cui nascono tutte le creazioni.
Il lavoro si svolge in silenzio o con l’ausilio di musica scelta caso per caso.
In qualche situazione la voce fa da colonna sonora del filo profondo che crea il
movimento, qualsiasi ricerca è consentita. E ‘incredibile scoprire come una
pratica così semplice possa condurre a un’esplorazione di sé raffinata,
autentica, spogliata da qualsiasi tecnica.
I micro-movimenti paiono accordarsi alla “frequenza cellulare” che ci abita,
mondi archetipici, emozioni nascoste affiorano nel gesto di due dita, di un
piede.
Qualcosa si svuota, una lacrima, uno sguardo che si apre, diventano genesi e
gesto. Inspiro ed espiro manifestano un ritmo antico, profondo, presente da
sempre, lentamente il corpo si accorda al reale. Una vibrazione dai molti nomi
fa vibrare i muscoli, il nome che più amo, è gioia..