L'infelicità rende morali
C'è un punto, un momento dolcissimo in cui qualcosa di noi cede, il corpo,
meravigliosa energia, riprende il suo posto regale. Non è un solo istante,
non è un passaggio definitivo che ci rende salvi
senza ritorno, è un andare
e venire, un'altalena ai cui estremi dondolano le idee su noi stessi e sul
mondo, immagini che giocano con noi, alleati provocanti che ci conducono
verso l'essenza. Colpa, dovere, sono gli occupanti delle estremità, al
centro dell'equilibrio la coscienza agisce nel presente, nel piacere.
Cosa accade quando l'altalena si ferma ? Cosa accade quando l'equilibrio
permette agli occupanti delle estremità di scendere dal sedile? Succede qualcosa
di meraviglioso, ci si accorge che ci sono tantissime altre persone intorno, che
ci sono altri giochi che posso sperimentare... e si ride.. il re esprime se
stesso, il corpo si siede sul trono dell'esistere. Ridere, lasciarsi
attraversare dalla gioia in vibrazione che siamo, è essere adulti! Non lo
sapevo, non l'avevo veramente capito, credevo che diventare grandi fosse essere
sommersi dalle responsabilità, mi pareva sano il senso di colpa di non riuscire
a fare tutto. Quasi godevo nella sensazione di restare in situazioni affettive
prive di vita, ma rassicuranti.. poi una risata che non ha fine, che continua
anche se non rido più. E' qualcosa al fondo dell'essere che si manifesta per
onde di risonanza e intensità. C' è una grande umiltà perché mentre rido mi
accorgo che non ci ho capito proprio nulla.. ma è così dolce esistere.. e la
dolcezza è un miele più profumato del sapere.