Cosa vuol dire “prendere la madre”?
Cosa s'intende nelle costellazioni familiari con questa frase?
Cosa comporta nella nostra vita avere o meno una relazione fluida con la
madre?
Per capire bene ciò di cui stiamo parlando dobbiamo considerare un bambino
appena nato. Esiste in lui una forza di vita che lo porta a succhiare il
seno materno, è il primo istinto di “autoderminazione,” è un impulso vitale
fortissimo. La capacità di succhiare il latte, di deglutirlo, di calmare la
fame, è un movimento che lascia una traccia profonda nell'essere umano. Il
movimento delle mandibole, della lingua, dell'intero corpo del neonato, è
qualcosa di viscerale che determina la sua vita. Immaginiamo che l'atto del
succhiare sia per qualche motivo difficile a causa di una malattia della
mamma, un problema nel parto, una difficoltà neonatale. L'istinto del
succhiare non sorge, o se c'è, viene vissuto nella difficoltà. Si crea una
prima forma d'isolamento. Il nutrimento diventa qualcosa di staccato, che
comporta una complicazione. Ecco la prima importante sovrastuttura che
impedisce di “prendere la madre”, di attivare in se stessi una
partecipazione attiva, gratificante, verso l'esistenza. Da questo momento
possono susseguirsi una lunga serie di piccoli “incidenti” che allontanano
il bambino dal piacere di essere visto e nutrito. In altri termini si crea
un muro tra l'essere umano e la normalità di ricevere e donare accudimento e
piacere. La volontà di osare si richiude sempre più dentro, lo scambio
diventa esiguo e stentato. Da adulti ci si ritrova con dei problemi
apparentemente senza causa che complicano la vita. Un senso di aridità
materiale ed emotivo s'instaura, allora cominciamo a fare della terapia e
nel nostro percorso puo' darsi che incontriamo il metodo di Bert Hellinger.
Le costellazioni non sono migliori di altri sistemi, ma se esiste un'
affinità con questo metodo, il cambiamento è veloce. Esattamente come in
altre tecniche ci si riconnette con quel punto della vita in cui il flusso
si è interrotto. Non sempre la causa è individuabile, ma ciò che diventa
evidente è il sentire. Tutto ciò che è nascosto e non detto viene alla luce.
Inizia il processo della guarigione, riconosco e mi lascio attraversare da
quella marea di emozioni e ostacoli che mi hanno impedito di vivere. Vado
con il movimento, lascio fare ad un flusso che attraversa la ragione e nello
stesso tempo la supera. Dopo la costellazione mi accorgo che piccole cose
cambiano nella vita, la semplice presa di coscienza del mio reale sentire,
ha mosso il quotidiano. Stiamo riaprendo la porta alla madre, alla corrente
benefica che proviene dalla riconciliazione profonda con la persona fisica
ed il suo archetipo. Si apprende a lasciar fare, a riconoscere il lascito
che non ci appartiene e quello che invece è nostro per nascita. Si
restituiscono alla persona fisica le emozioni, il destino e le credenze che
le appartengono, e ci riappropriamo dell'unica eredità a cui abbiamo
diritto: la vita.